| Anche io mi ritrovo spesso a cambiare stile, concordo che sia una questione di "evoluzione". Indubbiamente lo scrittore inesperto sarà portato a scrivere con parole più semplici e anche una struttura della frase poco complessa (sebbene potrebbero esistere grandi scrittori che di queste caratteristiche ci campano), io stessa inizialmente scrivevo paginate di telegrammi. Mancava il calssico "stop" al termine di ogni tre parole, altrimenti erano identici XD Ok, battute a parte, per quanto mi riguarda, credo che il mio stile ancora deve essere forgiato, non mi ritengo ancora "matura", però continuo a scrivere, rendendomi conto come di anno in anno - scrivendo così mi sembra di addossarmi anni che non ho T.T - cambio e forse miglioro. Sapete, mi verrebbe da pensare che lo "stile" non sia un qualcosa di "preciso". Sì, lo so, non mi sono spiegata nemmeno in cirillico, ma tenterò di farlo: credo che nessuno possa dire di scrivere secondo determinate regole che possano caratterizzare un determinato stile. Penso che gli stili, pressocché raggruppabili per similitudine - ad esempio per la forma contratta, o per l'utilizzo di parole pompose - non siano esattamente uguali da persona a persona. Penso che lo stile sia qualcosa di personale, qualcosa che lo scrittore si sente dentro, un qualcosa di suo, di personale. E penso questo perché secondo me, il voler scrivere secondo delle regole precise, potrebbe togliere personalità ai lavori di ciascuno di noi - lo dico perché personalmente reputo migliori i racconti (di ogni genere, eh: poesie, romanzi, filastrocche XD) scritti con emozione. E l'emozione penso che si possa trasmettere solo se ciascuno scrive quello che sente, e quindi secondo la sua sensibilità, la sua personalità.
Immagino che sarebbe meglio chiudere qui il mio discorso perché potrei andare a parare in territori davvero troppo svisionanti XD Però prima voglio rispondere alle domane che aveva fatto Fissie: la maggior parte degli scrittori che seguo in particolar modo devo ammettere che tendono avere uno stile simile al mio - ahahah, sembra che io mi reputi superiore a loro XD - nel senso che quella lettura non mi pesa. Se dovessi leggere libri che usano paroloni troppo altisonanti, ad esempio, penso che mollerei il libro molto presto, perché non riuscirei a seguirlo. Preferisco libri che siano più diretti, magari con qualche metafora suggestiva... (tu hai citato Zafon. Ecco, lui lo adoro pure io *-*) e magari, prorpio perché riesco a leggere questi libri, il mio "stile" si avvicina al loro, cioè sono io che cerco di imparare qualcosa in più sulla scrittura da ciò che leggo, e quindi, basandomi su queste "tipologie", ho iniziato a creare - o almeno, ci provo - un mio stile traendo insegnamenti un po' da uno, un po' dall'altro, mettendo sempre più mattoni nel cantiere per costruire la mia casa (metafora dovuta alla deformazione professionale -.-).
Eh, sì, direi che dopo questa Odissea tra i miei pensieri potrei anche vedere di chiudere XD
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